venerdì 28 giugno 2013

I Comitati in Rete incontrano la Commissione d'inchiesta biogas‏

Care cittadine e cari cittadini

martedì 24 giugno c'è stata l'audizione dei Comitati in Rete presso la Commissione Regionale d'inchiesta sulle autorizzazioni facili alle centrali a biogas-biomasse.
La commissione d'inchiesta amministrativa è composta da undici Consiglieri regionali, di maggioranza e minoranza, ed ha la possibilità di evidenziare fatti di rilevanza penale da trasmettere alla magistratura. Per questo motivo abbiamo fornito ai consiglieri le informazioni raccolte in questi mesi e che, mano a mano, abbiamo inviato agli inquirenti.

Il coordinatore dei Comitati in Rete A. Mei e l'avv. R. Mazzi hanno fatto il quadro delle diverse situazioni locali. Tutte, infatti, sono contraddistinte da autorizzazioni, rilasciate dal funzionario della Regione Marche Calvarese, che non rispettano le procedure (ad esempio non riportano le verbalizzazioni di quanto affermato dai Sindaci alle varie Conferenze di Servizi) e soprattutto non sono conformi alle normative sui vincoli ambientali, chiari ed incontrovertibili.

I membri della commissione hanno mostrato interesse a quanto esposto ed hanno richiesto approfondimenti e la documentazione raccolta dai comitati. Infine la commissione è stata invitata a partecipare al prossimo incontro con i Sindaci della valle del Chienti che si terrà a Morrovalle.

Ciò che abbiamo chiesto e che continueremo a chiedere è semplice: l'annullamento di tutte le autorizzazioni rilasciate contro le norme e i diritti dei cittadini.

Il comitato

ps: anche con l'inizio dell'estate continuano i banchetti per la raccolta delle delega contro gli sversamenti di liquame provenienti le centrali a biogas di Loro Piceno e Morrovalle.

Sabato 29 giugno dalle 16:30 alle 20:00 raccoglieremo le deleghe a Corridonia, in viale Italia, e a Trodica di Morrovalle, zona Pegaso.

,

mercoledì 19 giugno 2013

Incontro Comitati in Rete con IV Commissione Regionale e sentenza ricorso TAR biogas Corridonia

Care cittadine e cari cittadini,

le ultime notizie sul prosieguo delle indagini volte ad accertare la regolarità e la salubrità delle centrali a biogas, vedi caso Morrovalle, ci rincuorano, ma bastano ad arrestare l'azione dei comitati. C'è tanto ancora da fare ed abbiamo intenzione di farlo.

Giovedì 20 giugno s'appresta ad essere una data importante per il cammino del nostro comitato e della nostra rete.

I Comitati in Rete hanno proposto ed ottenuto un audizione presso la IV Commissione del Consiglio Regionale per discutere le modifiche da apportare alla legge regionale 3/2012 dichiarata incostituzionale.
Segnaliamo, ancora una volta, che il fare maldestro e frettoloso della Giunta Regionale, la quale voleva far votare subito la proposta di legge, è stato sbollentato dai comitati e dai consiglieri regionali, forse, non più disposti a ripetere le figuracce fatte fino ad oggi.

Ci sarà, inoltre, l'udienza del ricorso nel merito, presso il T.A.R. Marche, per la revoca dell'autorizzazione della centrale a biogas di Sarrocciano. Il ricorso è stato promosso dal Comune di Corridonia ed il comitato è intervenuto ad adiuvandum grazie al supporto economico di tante cittadine e cittadini di Corridonia, Morrovalle e Monte San Giusto.

Non si hanno certezze sui possibili esiti della sentenza che verrà pubblicata nelle prossime settimane.
Certo è che continueremo a vigilare sull'operato delle centrali a biogas che stanno stravolgendo il territorio
. Abbiamo, per questo, richiesto i risultati delle analisi dell'Arpam effettutate l'11/6/2013 presso la centrale a biogas di Morrovalle a seguito dell'ispezione del Corpo Forestale.
Auspichiamo che i risultati, questa volta, siano esenti di lacune, come successo in passato, e ci pervengano in tempi celeri.

Siamo cittadini, non sudditi.
Il comitato

venerdì 14 giugno 2013

SIGILLI ALLA CENTRALE BIOGAS DI MORROVALLE‏


 
 
GLI AGENTI DELLA FORESTALE METTONO I SIGILLI A PARTE DELLA CENTRALE DI CAMPOMAGGIO DI MORROVALLE - CONTESTATE NUMEROSE IRREGOLARITA'

Questo il sottotitolo del quotidiano locale di due giorni fà.

Quando l'8 Maggio u.s. comparì un'intera pagina a pagamento con una dichiarazione sottoscritta dai legali della famiglia interessata, in un nostro comunicato definimmo come positivo tale fatto: recita il detto latino "excusatio non petita, accusatio manifesta."

Dopo gli sversamenti di liquame, dopo lo smantellamento di parti di un impianto fotovoltaico, ora il sequestro cautelare di una parte della centrale di Morrovalle e la "contestazione di numerose irregolarità".

Normale amministrazione suggeriscono gli avvocati della ditta.
Figuriamoci, cosa si debba intendere per straordinaria amministrazione? Forse l'esondazione totale del Chienti oppure la caduta di qualche corpo celeste!

Siamo confortati da queste azioni degli organi inquirenti. Da quasi un anno ripetiamo che questi tipi di impianti non servono assolutamente né alla green economy, né al fabbisogno di energia elettrica, ne' alla tutela dell'ambiente. Questi impianti, grazie ad una legge nazionale priva di senso e soprattutto grazie ad una Regione Marche, uffici ed assessorato all'ambiente, burocratica, incapace di tutelare i diritti dei cittadini e le normative europee (come la sentenza della Corte Costituzionale ha ribadito cassando parti essenziali della Legge Regionale 3/2012), servono soltanto al portafoglio dei proponenti ed a sprecare denaro pubblico (oltre 600 milioni di euro soltanto nelle Marche).

A maggior onta, questo tipo di impianti, oltre che nocivi per l'ambiente e quindi per la salute degli esseri viventi, possono diventare pericolosi come provano gli sversamenti già registrati ed i numerosi incidenti succedutesi in tutto il Paese.

Ma non dobbiamo cantare vittoria, dobbiamo prendere atto che l'azione dei cittadini porta a dei risultati concreti e quindi ci sembra utile rafforzare le nostre iniziative.

Tre le direzioni:

1) chiedere la sospensione e la revoca delle autorizzazioni rilasciate a Petriolo e Corridonia, ed anche quelle del resto della Regione;

2) sollecitare i Sindaci e coiadiuvarli nell'azione che è loro propria di autorità sanitaria, cioè di primi responsabili della nostra salute. In particolare, visti gli ultimi fatti, chiederemo al Sindaco di Morrovalle di intensificare controlli e verifiche, nonché di prendere opportuni provvedimenti;

3) intensificare le adesioni all'azione extragiudiziale per la richiesta di danni ed accelerare la costituzione in parte civile sia relativamente alla inchiesta aperta per corruzione e concussione in Ancona, sia a quella che si dovrà tenere a Macerata per gli inquinamenti.

Azioni parallele sono in corso in regione, commissioni d'inchiesta sul biogas, e Governo, attività ispettiva presso il Governo.

In tempi brevi, convocheremo un incontro pubblico a Trodica per fare il punto della situazione.

CITTADINI, NON SUDDITI

Petriolo per il territorio

Comitato salute e conservazione del territorio per Corridonia

Comitato no biomasse a Santa Maria Apparente


www. comitatinrete.it

martedì 4 giugno 2013

SPACCA HA PERSO IL CONTROLLO (5)

Da inguaribili ottimisti, fiduciosi nell’altrui capacità di comprendere gli errori e di emendarli, eravamo convinti che Spacca, dopo la debacle della sentenza della CC n. 93/2013 che ha duramente censurato l’illegittimità costituzionale della L.R. Marche nr. 3/2012, avesse aperto un confronto per porre termine a tanti anni di cattiva legislazione regionale e, al contempo, per porre rimedio ai già gravi danni subiti da cittadini, imprenditori e dagli stessi Enti Locali, Regione compresa.

Fu scritto che “errare è umano, perseverare è diabolico”, ma  Spacca, evidentemente, non hai mai letto tale frase. Ci riferiamo alla proposta di legge di cui alla D.G.R. nr. 825 del 28.05.2013 Modifiche alla legge 26 marzo 2012, n. 3 “Disciplina regionale della valutazione di impatto ambientale (VIA)” DGR0825_13, ove la Giunta regionale ha commesso due errori marchiani e vorrebbe consumare, nei confronti dei Comuni, una risibile e infantile vendetta,  indicativa dell’atteggiamento di lor signori.

Ricapitolando, da anni (Art. 57 L.R. 31/2009; Art. 24 L.R. 20/2001; L.R. 3/2012; mancata approvazione della proposta di legge 242/12, per la sospensione degli effetti prodotti dalla L.R. 3/2012; L.R. 30/2012; mancata discussione dell’atto di indirizzo amministrativo per il recepimento dei principi, comunitari e costituzionali, posti a tutela dei cittadini e dell’ambiente) la Giunta Regionale delle Marche ha adottato norme e prassi procedimentali – peraltro anche sottoposte al determinante avvallo tecnico-giuridico di strapagati dirigenti come Costanzi e Minetti – mediante le quali ha ignorato, deviato, calpestato i diritti dei cittadini, le prerogative dei Comuni, il buon senso e la verecondia comune.

Norme e prassi che hanno permesso a funzionari discussi, discutibili e finanche inquisiti per corruzione, di rilasciare decine di autorizzazioni di impianti impattanti, il cui unico scopo, secondo le notizie riportate anche recentemente dalla stampa, sarebbe stato di permettere a taluni (im)”prenditori” ben conosciuti di accedere alle laute contribuzioni pubbliche. Solo nel biogas, a fronte di poco più di 120-150 milioni di investimento, si calcolano oltre 600 milioni di contributi pubblici, tolti cioè dalle nostre tasche. In tutto il settore energetico, e per le sole Marche, l’ammontare complessivo degli incentivi statali sarebbe tra i 5 ed i 6 miliardi di euro in 12-15 anni.

Ebbene quasi tutti gli impianti sono bloccati, la sola eccezione degna di rilievo si è registrata nel fotovoltaico a terra, la Corte Costituzionale si è pronunciata in modo netto ed inequivocabile, e la Giunta Regionale, invece di aprirsi al rispetto delle norme comunitarie, tutelare i cittadini e le imprese, rispettare il diritto alla salute, alla tutela del patrimonio storico-artistico e del paesaggio, vorrebbe demandare ai Comuni l’incombenza di condurre, in esito alla verifica di assoggettabilità, la Valutazione di Impatto Ambientale per gran parte dei progetti delle più svariate attività. Giusto per fare un esempio, secondo la nuova proposta di legge della Giunta, tutti gli impianti a biogas autorizzati dalla Regione avrebbero dovuto essere sottoposti a procedura di V.I.A. da parte di ciascun Comune, e dopo che gli stessi Comuni sono stati completamente esclusi ed emarginati nella decisioni.

E’ la vendetta di una burocrazia ormai incapace ad altro che a tutelare se stessa!

Il secondo errore marchiano deriva dal fatto che nulla ha previsto la Giunta regionale, né nella proposta di legge, né in altri provvedimenti, per sanare,  o tentare di sanare, la situazione determinata dalla quarantina di autorizzazioni rilasciate sulla base della L.R. 3/2012 ora dichiarata incostituzionale.
E’ il caso di pensare che i burocrati, con il beneplacito della Giunta, cercheranno comunque di “legalizzare” lo status quo?

A questo punto non possiamo che attrezzarci al peggio e, mentre ribadiamo la nostra logica richiesta di sospendere gli effetti già prodotti dall’applicazione della famigerata L.R. 3/2012, con la riunione svoltasi il 1 Giugno u.s. a Chiaravalle, i comitati e le associazioni aderenti alla nostra rete hanno assunto le seguenti decisioni:
  1. Informare cittadini e Sindaci sulle questioni esposte
  2. Preparare una memoria indirizzata a tutti i Consiglieri regionali perché emendino, in maniera determinante, la nuova proposta di legge della Giunta
  3. Adire alle sedi giudiziarie opportune affinché la Regione Marche sia costretta ad adempiere ai dettami della Corte Costituzionale
  4. Integrare tutte le vertenze, maxi-eolico, stoccaggi-gas, maxi-elettrodotto, biomasse, biogas, rigassificatori, sanità ed altre con le indicazioni date dalla Sentenza
  5. Intensificare le azioni di rivendicazione per colpire le responsabilità e le inadempienze di questa burocrazia, tanto cara alle nostre tasche, quanto inefficiente e fonte di sprechi per tutti.
Questo perché SIAMO CITTADINI, NON SUDDITI.

Comitati in Rete

martedì 28 maggio 2013

Spandimento liquami e canale sospetto nella centrale biogas Corridonia‏

Care cittadine e cari cittadini,


la sentenza 93/2013 della Corte Costituzionale ha bocciato la Legge Regionale 3/2012. Autorizzare le centrali senza una Valutazione d'Impatto Ambientale e senza considerare il cumulo di essi con gli altri impianti presenti (la centrale a biogas di Corridonia è sprovvista di VIA ed è vicina alla centrale a biogas di Morrovalle e l'impianto fotovoltaico di Sarrocciano) è contro il diritto europeo e la Costituzione Italiana.

Per questi motivi abbiamo chiesto la sospensione dell'autorizzazione. Autorizzato, infatti, non significa che tutto sia stato od è regolare.
Non ci fermiamo, ovviamente, a questo. Stiamo continuando a chiedere all'ente Regionale di inviarci il progetto definitivo dell'impianto a biogas di Corridonia. Ed alle ripetute richieste di trasparenza avanzata dai cittadini, la Regione continua a fare ostruzionismo. Sembra proprio che sia un problema inviarci tal documento.


I problemi per noi sono altri. L'impianto a biogas di Sarrocciano è entrato in funzione, anche se in maniera ridotta, e non è stato ancora terminato. Come fa ad essere sicuro per l'uomo e l'ambiente tutto ciò?

Abbiamo inviato alle autorità competenti delle foto, ricevute da alcuni cittadini, che rivelano operazioni di spandimento di liquami a Sarrocciano. Anche questo è tutto regolare? Possono quei terreni ricevere tonnellate di liquami provenienti da due centrali a biogas senza inquinare l'ambiente?
Un'altra foto rivela, inoltre, che è stato costruito un canale di collegamento tra l’interno della centrale a biogas di Corridonia ed un fosso esterno alla recinzione dell’impianto. Nella documentazione progettuale iniziale, però, non si prevede la costruzione di tale canale. Per di più la Provincia di Macerata, nella procedura di VIA che non è stata conclusa, ha fatto notare che si dovevano fornire maggiori spiegazioni riguardo le acque di prima e seconda pioggia in modo tale da non compromettere le acque superficiali e sotterranee del territorio.


Risposte che devono ancora arrivare. 
Ma che pretendiamo.
Siamo cittadini, non sudditi.


Il comitato



venerdì 24 maggio 2013

SPACCA HA PERSO IL CONTROLLO (4) - DONATI E COSTANZI

Che la macchina burocratica ed amministrativa della Regione Marche sia in panne lo dimostrano in modo inequivocabile i comunicati firmati dall'Assessore "virtuale" all'ambiente Sandro Donati e, cosa forse più grave, dall'Avvocatura regionale diretta da Paolo Costanzi.

Nel tentativo di sminuire la dura sentenza con cui la Corte Costituzionale nr. 93/2013 ha rigettato la parte sostanziale della famigerata L.R. Marche nr. 3/2012, i due si producono in clamorosi autogol e rischiano di fuorviare ulteriormente l’Assemblea legislativa e i Consiglieri che ne fanno parte.

SIA CHIARO: LA CORTE, CON CHIAREZZA, HA CENSURATO LA L.R. MARCHE 3/2012 PERCHE' LA STESSA INFRANGE LE NORMATIVE EUROPEE IN TEMA DI DIRITTI FONDAMENTALI DEI CITTADINI (INFORMAZIONE E PARTECIPAZIONE) E DI TUTELA DELL’AMBIENTE E DELLA SALUTE.

Altro che dettagli !

A questa sonora bocciatura, che coinvolge di fatto l'operato dell'Avvocatura e dell' Ufficio Ambiente (diretto da Antonio Minetti, vero assessore all’ambiente dal 2005) dall'emanazione della Direttiva 2011/92/UE ad oggi, non si può porre rimedio con rinfrescatine e pacche sulle spalle, ma solo con una seria revisione dell'operato complessivo della macchina amministrativa della Regione Marche.

Ricordiamo ai tre personaggi citati, come anche a tutti i Consiglieri regionali, che i COMITATINRETE, avendo individuato da sempre le falle e le contraddizioni della L.R. 3/2012, avevano proposto - con atteggiamento responsabile - il blocco degli effetti prodotti dalla legge, ovvero delle autorizzazioni rilasciate non solo nel biogas, ed un atto di indirizzo amministrativo finalizzato alla tutela dei diritti dei cittadini e dei territori.

Costanzi, Minetti e Donati furono fieri avversari di tali proposte.

Il risultato è evidente: danni per cittadini, danni per gli imprenditori, contenzioso senza soluzione di continuità per la Regione.

Se volesse riguadagnare la stima dei cittadini marchigiani il trio dovrebbe, umilmente ma con sincerità, chiedere scusa a tutti: ai cittadini, agli imprenditori, alla stessa Assemblea legislativa della Regione Marche.

A quest'ultima, ed alla stesso Presidente Spacca, chiediamo un atto di orgoglio politico e di forte presa di responsabilità. E' ora di ponderare bene, di chiamare i cittadini a contribuire alla soluzione dei problemi, di rifuggire da soluzioni pasticciate (vedasi L.R. Marche nr. 30/2012) e di essere all'altezza delle responsabilità che gli competono.

Le comunità marchigiane si aspettano questo: fermare gli effetti delle autorizzazioni rilasciate, rivedere ed approvare l'atto di indirizzo amministrativo per il recepimento delle normative europee, riconoscere il prezioso lavoro svolto dai cittadini e dai loro comitati.

SE COSTANZI E MINETTI NON FOSSERO D'ACCORDO CAMBIATELI!

E per Donati la strada sarà ancora più semplice, basterà la revoca.

E' ora: chi sbaglia paghi! E se la politica non è in grado di correggere questi errori, è giusto che i politici siano travolti dall'indignazione popolare.


COMITATINRETE

IMPORTANTE: VERTENZA INQUINAMENTO VAL CHIENTI. DOPO LA FAMIGLIA ANCHE CERTI POLITICI DIVENTANO NERVOSI - BUON SEGNO

  Da sempre siamo abituati, quando i cittadini si organizzano per promuovere azioni a tutela dei loro diritti, che politici ed aspiranti politici si pongono in cattedra per criticare quanto facciamo.

    Consideriamo queste critiche un segno positivo perché certe reazioni stizzite e malevole dimostrano la giustezza del nostro operato.
  I politici temono i cittadini, quando questi si organizzano e dicono la loro senza timori ne' sottomissioni.
    L'ultimo caso ci viene dagli attivisti del M5S di Montecosaro che, in un documento non proprio felice, giungono a paventare "gravi rischi" per gli aderenti alla nostra iniziativa.
    Vorremmo qui tranquillizzare i neo-politici di Montecosaro e li invitiamo a rileggere meglio le nostre proposte, nonche' a documentarsi presso i comitati della nostra rete:
di Schieppe (inceneritore), Corinaldo-Mondavio (turbogas), San Benedetto (Stoccaggio gas), Pergola (cava), Fabriano, Sassoferrato, Pergola, Cagli, Apecchio (maxi-eolico), del maxi-elettrodotto ( 9 comitati di cui uno composto di inglesi ed americani),Fano 1 e 2, Montefelcino, Ostra, Petriolo, Recanati, Matelica (biogas), Civitanova (biomasse), San Ginesio (cava ed impianto rifiuti), Sassoferrato (inceneritore rifiuti industriali) potremmo citare almeno altri 25 casi, solo nelle Marche.

     E' semplice la nostra strada:

1) richiesta danni in via extragiudiziale e pressione sugli Enti pubblici perché facciano pagare i danni ai responsabili,
2) costituzione in parte civile nei procedimenti in corso tramite l'Unione Nazionale Consumatori, associazione portatrice di interessi generali,
3) eventualmente azione giudiziale per danni, ma solo se sub 1 e sub 2 non sortiscono gli effetti sperati.
Ovvio che per la Terza fase gli strumenti di adesione saranno diversi, ma nessuno vi è impegnato sin d'ora.
Queste iniziative, nei casi citati, hanno comportato o la vittoria dei cittadini in via definitiva od il blocco dei procedimenti in corso.
   
Sarebbe sufficiente, per gli amici malevoli, informarsi.
    Eviterebbero cosi di usare, in modo ingenuo e dilettantesco, le stesse argomentazioni prodotte dalle controparti nostre ( "prenditori" e politici "esperti").
 
 Vogliamo concludere con dei versi di francesco Guccini :
"Ognuno vada dove vuole,
 Ognuno invecchi come gli pare
 Ma non raccontare a me cos'è la libertà !"
Perché:
Siamo cittadini non sudditi

Comitati: Petriolo - Corridonia – Comitato biomasse S. Maria apparente -Unione Nazionale Consumatori Marche