Care cittadine e cari cittadini,
mercoledì
31 luglio il comitato ha partecipato alla visita alla centrale biogas
di Morrovalle e all'audizione pubblica indette dalla Commissione
d'inchiesta regionale sullo scandalo "biogas Marche".
Alla
visita dell'impianto a biogas della Campomaggio 86, purtroppo, non sono
potuti essere presenti i tecnici dei Comitati in Rete. Abbiamo
ascoltato attentamente le spiegazioni forniteci dagli esperti che
lavorano per l'azienda: la centrale a biogas - dicono -
è all'avanguardia e la gestione dell'impianto insieme alla stalla
rispetta il quadro normativo vigente. C'è dell'altro. La proprietà si è
dimostrata gentile e disponibile a consegnarci la documentazione che
finora i pubblici uffici non ci ha fornito.
La situazione sembrava idilliaca.
Noi abbiamo da sempre espresso alcun pregiudizio negativo nei confronti di qualsiasi imprenditore. Vogliamo, però, che siano rispettati i diritti costituzionali alla libera attività economica e alla tutela della proprietà privata. E questo deve valere anche per tutti coloro che vivono e lavorano vicino alle centrali a biogas.
Noi abbiamo da sempre espresso alcun pregiudizio negativo nei confronti di qualsiasi imprenditore. Vogliamo, però, che siano rispettati i diritti costituzionali alla libera attività economica e alla tutela della proprietà privata. E questo deve valere anche per tutti coloro che vivono e lavorano vicino alle centrali a biogas.
Ci pare molto strano che, se tutto va bene come dicono loro, vi siano nella proprietà in questione sei
edifici abusivi, silos collegati alla centrale a biogas abusivi, parti
dell'impianto sottoposte a sigilli e un'indagine della Procura di
Macerata tuttora in corso (vedi allegati).
Ma
non vogliamo parlare soltanto dei gravi aspetti edilizi e gestionali.
C'è la questione ambientale e sanitaria che ci sta particolarmente a
cuore.
Accertamenti del Corpo Forestale hanno dimostrato che la
fertirrigazione viene fatta a Trodica di Morrovalle, nonostante esista
un divieto categorico, in una zona vulnerabile ai nitriti. In alcuni
pozzi dell'impianto sono state rilevate dall'Arpam, a marzo 2013,
concentrazioni di alluminio, cromo totale,
ferro, manganese, nichel, piombo, nitriti ben al di sopra della legge.
Il procedimento di bonifica del sito, avviato dalla Provincia di
Macerata, è fermo per via dell'impugnazione dell'atto da parte
dell'azienda.
Altre
problematiche legate alle emissioni in atmosfera sono sorte, durante
l'audizione della Commissione presso l'hotel San Crispino, da parte dei
cittadini presenti.
Non
vogliamo arrogarci il potere di giudicare l'intera vicenda, ma vogliamo
celeri e rassicuranti informazioni sulla salubrità del nostro
territorio. Per questo, nel corso dell'incontro pubblico svolto
nella serata di mercoledì, insieme ad Adriano Mei e all'Avv. Corrado
Canafoglia si è discusso del ruolo attivo che i cittadini devono avere
nella questione biogas.
E' necessario che i cittadini si coalizzino e comincino un'azione extragiudiziale, tramite delle deleghe che si possono firmare
contattando il comitato, in modo da affiancare il lavoro della Procura,
difendere i diritti violati e perseguire i colpevoli.
C'è
da iniziare subito. Durante il sopralluogo, infatti, abbiamo appreso la
sconcertante notizia che per lo sversamento di liquami da parte della
centrale a biogas di Loro Piceno, il quale ha causato l'inquinamento del
Fiastra e la moria dei pesci, i colpevoli hanno pagato soltanto
un'ammenda di "ottocento" euro per il ripopolamento del fiume. Ottocento
euro e nessuna bonifica.
Non è possibile che si continui su questa strada.
Non è possibile che si continui su questa strada.
Siamo cittadini, non sudditi.
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