apprendiamo
con soddisfazione, per
i cittadini di Matelica con i quali non possiamo che essere
solidali, che anche per l’impianto biogas, presente nel
loro territorio, è stato disposto ed eseguito il sequestro, come per
quello di Corridonia e Loro Piceno avvenuto il 15 ottobre scorso.
Per
quanto riguarda l’impianto di Corridonia, grazie all’intervento
del Dott. Giovanni Giorgi della Procura di Macerata, finalmente si è
ritenuto nel giro di mezza giornata addirittura di poterlo e doverlo
spegnere!
L’operazione
è stata eseguita con successo con l’ausilio del Corpo Forestale e
dei Vigili del Fuoco nonostante l’osteggiamento della proprietà e
del responsabile dell’Arpam. Quest’ultimo, sembra si sia opposto,
poiché ancora vigeva, per l’impianto, il piano di spegnimento che
l’azienda e la stessa Arpam avevano concordato, con il bene placido
della Regione. La Procura è riuscita in meno di un giorno, dove
l’Arpam, la Regione Marche e la Provincia di Macerata, avevano
fallito in circa un anno, cioè da quando il Tar Marche aveva
annullato l’autorizzazione (10/10/2013) imputando agli enti
preposti il compito di eseguire la sentenza!
Il
provvedimento di sequestro per l’impianto di Corridonia è scattato
perché sforava di quasi nove volte i limiti di emissione di Carbonio
Organico Totale (COT), così come per gli altri, (per Matelica ancora
di più) e nessun ente, ha saputo garantire circa la non nocività
per l’ambiente e la salute umana, neppure l’Istituto Superiore
della Sanità.
Per
la Procura ha prevalso il principio
di precauzioneprima ancora degli aspetti economico-sociali, più volte rivendicati
dalla proprietà delle centrali di Corridonia e Loro Piceno. Di
fronte a pericoli potenziali, come l'inalazione o l'ingerimento di
sostanze in concentrazioni fuori dalla norma, bene ha fatto quindi la
Procura a prendere misure cautelative, dando voce finalmente alle
richieste d'intervento dei cittadini, dei comitati ed amministrazioni
che si levavano da oltre due anni, denunciando l’inadeguatezza a
capo della Regione Marche (ente che come sappiamo ha autorizzato gli
impianti).
Azioni
decisive da una parte e gravi negligenze dall'altra, come afferma il
Procuratore dott. Giorgio riguardo alla centrale di Sarrocciano:
- <<c'è
un Piano regionale di spegnimento di lungo corso e il responsabile
del servizio Aria - dell'ARPAM -
ha ritenuto di confermare il Piano difformemente da quanto disposto
dal Gip. […] La situazione ha una sua complessità e l'autorità
giudiziaria viene chiamata a supplire le inadeguatezze a livello
amministrativo regionale>>.
Questo
ci fa ben sperare che i controlli si estenderanno ad altri impianti a
biogas e soprattutto a quello di Fonte Murata, già oggetto di
numerose indagini. L’area di questa centrale infatti, che ricade
nel Comune di Morrovalle, è attualmente oggetto di bonifica.
L’esistenza del
piano di caratterizzazione,
concordato lo scorso giugno con l’Arpam, proprietà ed Amministrazione Comunale, tuttavia non è servito a fermare gli
sversamenti visto che lo scorso luglio sono stati ancora denunciati
altri episodi
proprio quando invece si doveva dare corso al programma di bonifica!
I risultati dei controlli effettuati in quella occasione non sono stati
resi noti, così come, nulla si sa ancora, circa le emissioni di COT.
Pare
che l’impianto sfugga come non mai ai sopralluoghi dell’Arpam,
visto che è risultato più volte all’esito dei controlli, non
funzionante! Eppure
i cittadini che abitano nei paraggi continuano a sentire
ripetutamente cattivi odori e a denunciare una cosiddetta
“fertirrigazione”, eseguita con materiali provenienti dalla
centrale che, spasi tramite un tubo arancione, su un circoscritto
lembo di terra, formano uno stagno, che rimane visibile e
maleodorante per giorni e giorni!
Di
fronte al fallimento della politica energetica della Regione Marche,
ancor più anacronistica alla luce di quanto emerso al
Summit
ONU
svoltosi
a New York lo scorso 23 settembre, dove 200 paesi si sono accordati
per
salvare
il pianeta dalle emissioni con un taglio del 40% delle emissioni di
Co2, causa principale dell’effetto serra e dei cambiamenti
climatici.
Ci
chiediamo, come possano conciliarsi le posizioni di politici ed
amministratori che hanno promosso, spalleggiato e difeso contro ogni
ragione lo “scandalo biogas”, autorizzando impianti che con le
loro emissioni in atmosfera, superano di gran lunga i parametri di
legge!
Ai
vertici dell’Arpam Marche, ad esempio, leggiamo che c'è stata la
nomina dell'Ing. Mario Pompei a Direttore Generale. Lo stesso,
funzionario che risulta ancora essere Dirigente del Servizio
Infrastrutture, Trasporti ed Energia della Regione Marche. In sostanza colui che dovrà
rispondere circa la richiesta di rinnovo dell’autorizzazione per la
centrale di Corridonia è lo stesso che risponderà dei controlli
che, in teoria, competeranno all’Arpam!
Nello
specifico, desta perplessità, come possa conciliarsi questi due
ruoli: autorizzativo delle centrali a biogas (Ufficio Infrastrutture
Trasporti ed Energie), con quello di prevenzione e controllo in capo
all’Arpam, ma che in effetti ora dipendono dallo stesso dirigente!
Non dimentichiamo comunque, che l“affaire biogas Marche”, vede anche un’indagine penale ancora in corso denominata "green profit”, che deve ancora chiarire la posizione di circa 20 indagati, tra cui quella del funzionario ing. Calvarese che ha autorizzato molte centrali, tra cui quelle sequestrate ad ogg.
Alla
magistratura quindi va ancora una volta il nostro appoggio
incondizionato, affinché si accertino le reali responsabilità di
chi ha posto in essere ed architettato un processo speculativo a
danno della collettività, in nome della “green economy”.
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