ancora una volta la
Provincia concede la V.I.A. Postuma (Valutazione d’impatto
ambientale ex-post) positiva, all’impianto a biogas di
Sarrocciano di Corridonia, concessione che ricordiamo essere un
procedimento illegale, cioè non contemplata dalla nostra
legislazione, tanto meno da quella europea!
Nel primo parere positivo
espresso dai tecnici, giunto a quasi due anni dall’entrata in
funzione della centrale, rilasciato sulla base di modelli teorici, la
VBIO1, azienda proprietaria, per la parte concernente la matrice
aria, asseriva che nessuna emissione tossica proveniva dalla marmitta
di scarico della centrale e che quindi tutti i valori rispettavano i
limiti di legge mentre non veniva minimamente considerato il TOC (COT
cioè Carbonio Organico Totale). Responsabile è da ritenersi anche
l'Arpam, che non ha mai provveduto né ad installare una centralina
per il controllo delle emissioni, prima dell'inizio dell'attività
della centrale, così da stabilire il punto “zero” e né a
monitorare le condizioni ambientali pre e post opera, come invece la
legge prevede venga fatto. La Provincia, informata di questa lacuna,
poteva ed aveva il dovere di controllare dato che la centrale era ed
è funzionante. Inoltre non è stato tenuto conto affatto dei vincoli
paesaggistici, dell’effetto cumulo con l’altra centrale di
Fontemurata di Morrovalle e con altri impianti di energie rinnovabili
esistenti, quali i mega impianti di fotovoltaico e centrali
idroelettriche, che hanno contribuito a deturpare la nostra vallata.
Ciò nonostante ribadiamo che con molta leggerezza e sulla base di
inutili modelli teorici, la Provincia ha dato parere positivo.
In questo contesto, di
leggerezza ed inadeguatezza, si pone l’intervento della Procura di
Macerata tramite il dott. Giovanni Giorgio. Il magistrato, a seguito
dei controlli fatti eseguire all’Arpam sul camino, ha sequestrato
la centrale di Corridonia perché emetteva nell’aria valori di COT
di ben 9 volte superiore ai limiti consentiti dalla legge, ponendo
anche i sigilli alle centrali di Morrovalle, Loro Piceno e Matelica
per gli stessi motivi. Ciò non toglie, però, che i cittadini i
quali abitano attorno le centrali, per tutto questo tempo, parliamo
di oltre 2 anni, possano aver respirato e continuino a respirare
sostanze ritenute tossiche, a livelli elevati, (gli impianti non sono
stati ancora spenti!) visto che, neppure l’Istituto Superiore della
Sanità, ha potuto escludere, sulla base dei dati forniti, la non
pericolosità di tali sostanze. All'interno del COT si potrebbero
trovare infatti diverse sostanze, non meglio specificate, di natura
tossica e cancerogena, come ad esempio la formaldeide ed altre
ancora. Nonostante ciò, il settore ambiente della Provincia
ribadisce che tutto va bene e concede parere positivo, nonostante il
riesame della V.I.A. eseguito visto l'intervento della Procura.
Paradossalmente, si
legge tra le motivazioni dei “tecnici” che le rassicurazioni
fornite dalla VBIO1 sono valide a garantire la salute e la tutela del
territorio! Ma come? La ditta s'impegnerà, (intanto va bene così!),
a montare sul camino di scarico dei fumi, di norma non prima però di
150-180 gg., un post combustore, che se anche abbatterà il
COT, potrebbe creare comunque diossina se la temperatura di esercizio
fosse inferiore a 950°C!
Di questo nessun accenno
né da parte della ditta né della Provincia, ma ci si limita a
rimandare la questione tecnica e progettuale del post combustore alla
Regione, in sede di rinnovo dell'autorizzazione. Bello scarica
barile!
Ed ancora, il dirigente
del Settore 10 – Ambiente
afferma, molto superficialmente che tutte le osservazioni e i
documenti, forniti invece da chi vuole salvaguardare la salute dei
cittadini e la tutela del territorio, come il nostro comitato, <<non
hanno apportato elementi utili in ordine alla questione del
COT!>>
Nulla di più falso.
Tralasciano, tra le varie cose, la richiesta del comitato e di alcuni
sindaci avanzata all’Arpam di eseguire il test di Ames, (test di
mutagenesi). Tramite questo test, che l’Arpam esegue al costo di €
180,00, si potrebbe determinare, o escludere, l’eventuale
cancerogenicità delle sostanze emesse dalla centrale. A tal
proposito il dirigente chimico incaricato ha espresso il suo diniego
in merito, asserendo che “...l’esecuzione del test di AMES
appare improprio ai fini della valutazione di impatto...”!
Tuttavia, lo stesso dirigente nella stessa relazione scrive
testualmente, contraddicendosi, che “...Fra gli Idrocarburi
Policiclici Aromatici, lo IARC ha riclassificato nel gruppo 1 come
"cancerogeno per l'uomo” il
benzo(a)pirene (2008). Altri IPA sono classificati dallo IARC (1987)
come "probabili" o "possibili cancerogeni per
l'uomo"...”
Allora, di fronte al
sospetto ed alla possibilità che queste sostanze (IPA)
potenzialmente mutagene e quindi cancerogene er l’uomo siano
presenti nell’ambiente circostante la sorgente di emissione, è
così improprio effettuare il test di Ames (Mutagenesi), quale
indicatore biologico, per avere una risposta in merito (presenza o
assenza di sostanze potenzialmente mutagene)? Assolutamente no, anzi
opportuno, doveroso e necessario effettuare il test di Ames
(Mutagenesi).
Vista la sterilità delle
conclusioni prodotte dai dirigenti preposti, come dare torto al
nostro Presidente del Consiglio, che vuole chiudere le Province ed i
suoi inutili apparati, anzi lo esortiamo a farlo al più presto!!!!!!
La
vertenza biogas Corridonia non finisce qui, ne parleremo
in
un incontro pubblico:
Venerdì
20 marzo ore 21:00
all'Hotel
San Crispino di Trodica di Morrovalle (MC),
sul
tema: “Biogas speculativo: difendiamo la nostra salute!”
Invitiamo
quanti interessati al presente e futuro del nostro territorio a
partecipare!
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