In località Sarrocciano di Corridonia (MC),
vicino al fiume Chienti, è in costruzione una centrale a biogas. Non
conoscendo il tema ma intuendo l'odore, si è formato a settembre 2012 un
gruppo spontaneo di cittadini che ha dato vita al comitato “Salute
e conservazione del territorio per Corridonia” per approfondire la
questione.
Realizzare biometano in purezza tramite delle
piccole centrali che immettono il gas nella rete è ecologico,
economico ed, energeticamente parlando, virtuoso quando si utilizzano
gli scarti delle aziende zootecniche e agricole. Il gas così viene
generato dalla fermentazione della biomassa (deiezioni di animali,
scarti potature, ecc.) e la biomassa prodotta dalle attività
aziendali viene trasformata in energia funzionale all'azienda stessa.
La grande centrale a biogas di
Sarrocciano, invece, importa principalmente derrate alimentari e
brucia il gas fermentato in un motore a pistoni. Ecosostenibilità
sostituita da ecobusiness.
La biomassa, infatti, sarà costituita
principalmente da mais, triticale e sorgo. Almeno 300 ettari saranno
destinati al funzionamento della centrale da 999 kw. Con campi
coltivati senza produrre alimenti e cibo destinato a marcire.
Oltre
alla questione etica, che condanna quest'impianto, viene quella sulla
sua salubrità. La combustione del biogas emette sostanze dannose
come furani, Ipa, Formaldeide, polveri sottili ed idrogeno solforato.
E come se non bastasse, il digestato, la biomassa solida che rimane
dalla fermentazione, verrà sparso nei campi con la sua carica di
microbatteri pericolosi per l'ambiente, l'uomo e che possono
compromettere le falde acquifere.
Danni pubblici ed interessi privati. L'unico motivo, infatti, che fa reggere questa “affare” è
l'incentivo, pagato con le nostre bollette, di 0,28 euro per kilowatt
ora per l'energia elettrica prodotta. Che fanno 6713 euro giornalieri
per 15 anni.
Gli interessi economici di grandi
gruppi privati hanno spinto la Regione Marche ad oliare le
autorizzazioni delle tante centrali a biogas. Andando anche contro le
leggi nazionali e comunitarie tanto da far pronunciare il prossimo
febbraio la Corte Costituzionale sulla legittimità della legge
3/2012.
Il Comune di Corridonia, privato dei
poteri decisionali dalla Regione, ha manifestato il suo parere
negativo all'impianto in più sedi e con i ricorsi alla magistratura.
Il comitato e tanti cittadini di Morrovalle e Monte San Giusto stanno
facendo la loro parte per tutelare il diritto alla salute, alla
tutela dell'ambiente, alla proprietà e all'impresa. E' necessario
che tutti partecipino alla causa comune firmando l'istanza di
autotutela degli immobili. Un azione concreta in cui si
chiederà il risarcimento dei danni per intimare la Regione Marche a
bloccare la centrale a biogas.
Siamo cittadini, non sudditi.
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